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Anomalie
della porzione terminale, di struttura, di numero e di posizione.
L’uretere retrocavale è un’anomalia congenita della cava, con vario
grado di compressione ureterale; l’anomalia è stata scoperta nel 1900.
L’eziologia della sindrome è correlata allo sviluppo embriologico della cava.
Il metanefro origina nella pelvi e risale in sede lombare attraverso un anello
di canali venosi embrionali.
Alla 4° settimana di sviluppo le vene
cardinali anteriori drenano sangue dalla testa e le cardinali posteriori dal tronco e decorrono anteriormente al metanefro e rispetto alla posizione definitiva
dell’uretere
Le vene cardinali posteriori sono i
canali venosi principali, mentre i
canali venosi più piccoli (vene sub
cardinali) si connettono alle posteriori mediante numerosi vasi
anastomotici e decorrono parallele e mediali (saranno giunzione per le vene
renali).
Successivamente dorsamente alle
cardinali superiori si formano altre 2 vene, le vene sopracardinali, anastomizzate alle cardinali posteriori
attraverso l’anastomosi bassa interpostcardinale, che generalmente danno origine
alla vena cava inferiore, dorsalmente agli ureteri che si stanno sviluppando.
Normalmente , la vena cardinale
posteriore va incontro a regressione completa dal tratto caudale alla vena
renale all’anastomosi interpostcardinale Vene iliache comuni), consentendo
all’uretere di assumere la sua posizione normale, anteriormente alla sopracardinale
destra in via di sviluppo (vena cava inferiore).
La persistenza della vena cardinale posteriore destra come parte principale della vena
cava inferiore causa lo spostamento mediale e la compressione dell’uretere dopo
la migrazione laterale del rene. L’uretere si muove a spirale da una posizione
dorso laterale superiore ad una ventromediale inferiore intorno alla vena cava
inferiore in fase di sviluppo. Le possibili varianti comprendono la
duplicazione della vena cava con l’uretere in posizione laterale, posteriore o
in mezzo all’ilo vascolare. L’anomalia si sviluppa quasi esclusivamente sul
lato destro.
Se persiste la sinistra l’anomalia è la vena cava sinistra o la vena
cava doppia.
I sintomi compaiono di solito nel corso della quarta decade, con
predominanza nell’uomo (rapporto 3 a 1). La maggior parte dei pazienti
riferiscono dolore lombare destro che di solito viene descritto come
sordo ed intermittente, ma che può somigliare ad una colica renale. I pazienti
possono avere infezioni ricorrenti delle vie urinarie o episodi che
fanno ipotizzare una pielonefrite destra acuta ricorrente. I sintomi possono
essere attribuibili a calcoli, la cui incidenza è aumentata a causa della
stasi. Frequentemente è presente microematuria o ematuria macroscopica. Per accertare
la natura dei sintomi riferiti dal paziente viene generalmente eseguita
l’urografia che è diagnostica perché dimostra le caratteristiche anomalie:
nell’attraversare la pelvi al di sotto della vena cava, all’altezza della terza
o della quarta vertebra lombare, l’uretere assume una caratteristica
deformazione a J rovesciata. Prossimalmente all’ostruzione si nota idronefrosi
di vario grado. Una proiezione obliqua destra dimostra lo stretto rapporto tra la
parte superiore dell’uretere destro e la vena cava. La pielografia retrograda
può dimostrare la tortuosità dell’uretere, a forma di S italica, che inizia
subito sopra il margine della pelvi e termina sotto la pelvi renale.; può però
risultare impossibile far passare un catetere ureterale oltre il segmento
retrocavale. Anche la TAC è diagnostica e la scintigrafia è utile per valutare
il grado di ostruzione e l’eventuale compromissione della funzionalità renale.
Sono stati descritti 2 tipi di
ureteri retrocavali: entrambi devono essere distinti dalla forma in cui solo
un’ansa o un inginocchiamento dell’uretere passa dietro la vena cava inferiore
per poi riemergere lateralmente.
Il tipo I (ansa bassa) in cui la parte prossimale dilatata dell’uretere assume una
forma a J rovesciata, è il più comune; di solito la dilatazione persiste per
1-2 cm oltre il margine laterale della vena cava prima che il calibro ritorni
normale. L’uretere distale non dilatato affiora medialmente, incrocia l’arteria
iliaca destra anteriormente ed entra nella pelvi e nella vescica in modo
normale.
Il tipo II (ansa alta) è più raro e coinvolge l’uretere a livello o subito sopra la
giunzione uretero-pelvica.
Per i pazienti senza sintomi, senza o
con modesta calicectasia, non è indicata nessuna terapia oltre
all’osservazione. Il trattamento chirurgico è richiesto per l’idronefrosi o la
sintomatologia correlata.
L’intervento consiste nella sezione dell’uretere, trasposizione e sua rianastomosi.
A volte, delle aderenze rilevanti rendono impossibile liberare l’uretere dalla
vena cava. In tal caso, il segmento compresso viene resecato e lasciato in
situ. L’uretere viene poi anastomizzato alla parte prossimale del segmento
dilatato anteriormente alla vena cava inferiore. Il segmento retrocavale può
presentare cicatrici e restringimenti e, all’atto della riparazione, la
pervietà dovrebbe essere valutata di routine con un catetere N° 6-8 fr. In
tutti i casi bisognerebbe fare
un’anastomosi quanto più larga possibile, magari mediante sezioni longitudinali.
E’ stata anche effettuata la sezione con rianastomosi della vena cava inferiore,
quando è doppia o con origine anormalmente alta, ma generalmente non è
raccomandata.
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